Quanto inglese c’è nell’italiano?

Nessun commento
Inglese e italiano. Quanto inglese c'è nell'italiano?

Inglese e italiano. Oramai è un dato di fatto, l’influenza anglo-americana nella lingua e nella cultura italiana è sotto gli occhi di tutti. Non solo in Italia ma in tutta Europa è fortissima l’influenza esercitata dagli States, e in parte dal Regno Unito, sugli usi e costumi di varie nazioni. Ma concentriamoci sul nostro bel paese e sulla nostra amata lingua.

Influenza culturale

Chiaro e lampante, la cultura degli States è entrata ormai da anni nella quotidianità dei cittadini italiani*. Basti pensare alla diffusione ormai capillare e radicata dei fast food.

Ebbene sì, fino a qualche decennio fa’ sarebbe stato un’eresia anche solo pensarlo (per mia nonna ancora adesso). In Italia, patria del buon cibo, sano e gustoso, sono andate diffondendosi catene come McDonald’s e Burger King, conosciute ormai da anni per i loro panini a basso costo.

Per non parlare di Starbucks, nota catena di caffetterie made in USA, che di nuovo, e in anni più recenti, ha conosciuto un notevole successo anche nel nostro paese. Il nostro caffè, conosciuto in tutto il mondo, quel caffè che “buono come da noi, da nessuna parte” soppiantato da una catena americana, a dir poco strano, no? Forse no.

Film e serie tv

In tutte le televisioni e in tutti i computer italiani sono numerosissime le pellicole e le serie tv concepite e sviluppate negli Stati Uniti. L’influenza passa anche da questo.

Vedere, sempre o quasi, una realtà nei quali i nostri idoli cinematografici vivono e dove si svolgono le vicende delle nostre serie e i nostri film preferiti, ci porta a percepirla un po’ come nostra. Dallo schermo alla realtà è un passo breve (specie per cose di poco conto), e allora sì ai party sì alla visione della scuola come college e perché no, sì ai nerd, agli exit poll e ai CEO.

Non solo il grande e piccolo schermo. Si potrebbe parlare dell’industria musicale, di quella sportiva e molte altre, ma questa è solo un’introduzione.

Influenza linguistica

È cosa nota la nostra apertura linguistica nei confronti di termini stranieri, che non ci appartengono ma ci piacciono molto e in più fanno anche “figo”…o meglio cool!

Non solo anglo-americani, anche e specialmente francesi, questi termini “piantano il seme” e si diffondono rapidamente nel linguaggio parlato degli italiani. Passando in poco tempo dall’essere percepiti come estranei all’essere un must (appunto), per risultare al passo con i tempi.

Lasciamo da parte le altre lingue, non ce ne vogliano, e concentriamoci sulla lingua inglese e americana.

Facciamo alcuni esempi**. Un elenco onnicomprensivo risulterebbe troppo corposo, quasi noioso, quanto meno in questo blog.

E quindi via con blog, social network, computer ( e pc, mouse, hardware, software…), millennials, trash, all inclusive, all you can eat, dj, smartphone e tablet, freelance, make up, outfit e brand, soundtrack, fashion, live music e teenager.

Siamo sicuri che per tutti questi termini non ne esista uno italiano?

Alternative

Iniziamo, male. Per blog non mi viene in mente nulla, sarà l’abitudine o davvero non esiste un termine italiano per indicarlo? In rete trovo solo la voce della Treccani: diario elettronico. Ok, teniamo blog, forse.

Social network, “rete sociale”, poco (e niente) usata ma esiste, ed è italiano.

“Moda” per fashion, compresa la locuzione “alla moda”. Trash, “di cattivo gusto” o “volgare”. All inclusive potrebbe essere sostituito con “tutto compreso”, funziona. Brand con “marca” o “marchio” e make up con “trucco”. Per soundtrack potremmo dire “colonna sonora” e per teenagers “adolescente”.

Insomma, volendo le alternative (non sempre) ci sono, ma a noi piace proprio così.

Detto questo riconosco la funzionalità e internazionalità di molti termini, e mi piace anche mangiare da McDonald’s, questo articolo non vuole né giudicare né creare polemica, solo constatare la realtà dei fatti.

Ps: starbucks proprio non lo capisco…

* l’influenza può essere (quasi) reciproca, almeno secondo la classifica 2020 dei paesi più influenti negli Stati Uniti, dell’US news.

**Questi sono solo alcuni esempi di carattere illustrativo e non limitativo.

Stefano Gaffuri

Articolo precedente
Ho provato per voi: MateCat
Articolo successivo
Cos’è una traduzione giurata (o asseverata)?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere