Molti francofoni si chiedono perché i francesi dicano “soixante-dix”, “quatre-vingts” e “quatre-vingt-dix” mentre in Svizzera o in Belgio si dice “septante”, “octante” o “nonante”. Un’eccezione per una lingua latina, ma perché?
Tutta colpa del sistema vigesimale
Il sistema vigesimale (chiamato anche “in base-20”) è un sistema di numerazione che permette di contare di venti in venti. Era usato dai Celti e dai Normanni ma non solo: si ritrova anche nell’America precolombiana tra gli Aztechi e i Maya. L’uso di questa numerazione deriva dall’abitudine dei popoli che la usavano di contare sulle dieci dita delle mani e sulle dieci dei piedi (G. Ifrah, Hist. Univ. Des figures, Paris, Seghers, 1981, p. 51).
Il francese parlato in Francia ha la particolarità, nella numerazione, di utilizzare entrambi i sistemi: vigesimale da 1 a 20, decimale da 20 a 60, ancora vigesimale da 60 a 100.
Michel Butor, scrittore e professore di letteratura chiarisce i dubbi
È un residuo della numerazione celtica. Discendiamo dai Galli, i Galli fanno parte di un vasto insieme di una cultura chiamata celtica e i Celti contavano per multipli di 20. Perché siamo abituati a contare fino a 10? perché abbiamo dieci dita, ma notarono che abbiamo anche dieci dita dei piedi. Quindi contavano con le dita delle mani e dei piedi; insomma sono venti! Nella nostra lingua, ci sono resti di questa numerazione in base 20, ad esempio, per un ospedale di Parigi che si chiama ancora Ospedale dei Quindici-Venti perché aveva 300 posti letto.
Intervista a Radio France, 2016
Numerazione francese nel Medioevo
In Francia, nel Medioevo, il modo di contare in base venti (conteggio vigesimale) era più comune. Troviamo quindi le forme “vint” e “dis”. 30 si diceva “vint et dis “, 40 ” deux vins”, 60 ” trois vins ” ecc.
Le forme ” trente”, ” quarante”, ” cinquante” e “soixante” non apparvero in Francia fino alla fine del Medioevo, per sostituire il sistema vigesimale. Contiamo quindi di dieci in dieci. Perché? Nessuna spiegazione è ad oggi convincente.
Evoluzione della lingua con la comparsa di nuove parole? Si ha bisogno di un calcolo mentale più adatto?
Resta il fatto che la lingua francese, durante le sue varie riforme, ha spesso avuto la tendenza a far sì che “ricordasse” le proprie origini. Forse è proprio questo il motivo del mantenimento di “quatre-vingts”? (Troviamo questo funzionamento soprattutto nella lingua scritta. Ad esempio, l’uso dell’accento circonflesso per richiamare l’origine latina di una parola, oppure la “h” muta o aspirata se la parola è di origine latina o germanica). La questione rimane aperta.
Il XVII secolo e l’arrivo di “soixante-dix”
Fu durante la stesura dei primi dizionari (XVII secolo) che furono definitivamente adottate le forme “soixante-dix”, “quatre-vingts” e “quatre-vingt-dix”. L’Académie, Vaugelas e Ménage hanno molto a che fare con tutto questo. Tuttavia, le forme in “-ante” rimangono presenti nelle edizioni dei dizionari dell’Académie française. Il francese di Francia non manterrà le forme “septante”, “octante” e “nonante” anche se resteranno note nell’uso parlato di certe regioni dell’Est, del Sud e in Acadia. Queste tre forme sono ufficiali in Belgio e Svizzera.
Tracce del sistema vigesimale in Francia
La traccia più nota resta quella del nome di un ospedale parigino, creato da Saint-Louis: l’hospice des Quinze-vingts. Molti lo considerano ancora un ospedale per chi ha 15-20 anni, quando in realtà si tratta di 15×20 posti letto (300 totali).
O ancora il discorso di Bossuet sulla storia universale, quando parla dell’Egitto e degli esploratori che hanno scoperto le rovine di Tebe. Disse che avevano scoperto un’enorme sala in cui c’erano 6/20 colonne, naturalmente era la grande sala ipostila di Karnak.
Una lingua più difficile da imparare con il sistema vigesimale?
Probabilmente sì. Ecco un esempio di complicazione con “vingt”. Quando “vingt” è preceduto da “quatre” e non è seguito da nessun altro numero, ci vuole una “s”. Quindi: “quatre-vingts“, ma “quatre-vingt-trois ” (senza “s”). Inoltre, con i numeri, in francese è obbligatoria la liaison: si pronuncerà “vingt ans” (con la “t”) ma “quatre-vingts ans” (con la “s”)!
Alcuni spingono per un ritorno all’uso delle forme in “-ante”, come fanno gli svizzeri e i belgi. Quindi “Nonante-neuf” e non più “Quatre-vingt-dix-neuf”.
Cosa ne pensate?
Localizzazione a cura di Stefano Gaffuri.
Originale qui.